venerdì 5 giugno 2015

A COLPI DI BOLLE (racconto scritto dalla 5° di Lapedona, disegni realizzati dalla 5° di Monterubbiano)

Era un'estate calda e afosa. Noi bambini dopo aver fatto pranzo andavamo al parco di Lapedona dove ci arrampicavamo sugli alberi e facevamo degli scherzi alle persone che passavano sotto. Un giorno ci ritrovammo tutti insieme e ci accordammo per costruire delle casette sopra un albero. 


Ad un tratto dei costruttori con dei progetti in mano e con le motoseghe, si avvicinarono a noi e ci chiesero con voce arrogante: 
“ Vi potete spostare? Abbiamo del lavoro da fare! Via mocciosi!”. 
Allora noi rispondemmo: 
“Perché?”. 
Ed essi ripresero: 
“Dobbiamo tagliare questi alberi per costruire un supermercato, quindi andatevene!”.

Noi ce ne andammo a testa bassa senza rispondere. Quegli alberi erano i più belli di tutti per noi, avevano un tronco molto grande e la corteccia rugosa e ricoperta da muschi umidi e secchi. I rami si diramavano a destra e a sinistra, erano ottimi per arrampicarsi, sedersi e da lassù fantasticare o leggere. Tra i rami c'erano molti nidi di uccelli e scoiattoli che ogni tanto balzavano qua e là come delle molle. Il parco era bellissimo, gli uccelli svolazzavano come le farfalle di mille colori. Nella fontana i pesci rossi e bianchi nuotavano felici, contenti e spensierati. Il parco ospitava un intricato labirinto e vicino c'erano degli scivoli contornati da un boschetto dove giocavamo a nascondino. I giardinetti erano fantastici grazie agli alberi e non li potevamo immaginare senza, addirittura con un supermercato al centro!

Così noi andammo dal sindaco per dirgli che dei malfattori volevano abbattere gli alberi per costruirci un supermercato, quindi lui andò a controllare.
Intanto noi bambini cercammo di pianificare qualcosa subito. Flavio urlò: 
“Possiamo scambiare la benzina con l'acqua saponata, così la motosega non si accenderà!”. 
In coro rispondemmo: 
“Bravo, bella idea! Andiamo!”.

Di notte ci riunimmo per sabotare la motosega poi ce ne andammo a dormire. Il giorno dopo i costruttori andavano al parco, mentre noi e il sindaco eravamo nascosti. Quelli stavano accendendo la motosega, quando noi chiamammo la polizia e la guardia forestale. I costruttori cercarono di accendere più volte quell'attrezzo, uno di loro disse: 
“ Il dado è tratto! Toglieremo tutti gli alberi...!”. 
Ma improvvisamente dalla motosega uscirono tante bolle. 



La polizia ammanettò e portò in carcere quegli imbroglioni. Noi salvammo il parco e urlammo: 
“Tutti a casa di Daniele..si banchetta!”.

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